Storia della Hasselblad di Rick Nordin (Canada) Castel San Giovanni 11 settembre 1999 - traduzione di Luigi Cane |
Vorrei presentarvi un discorso, illustrato da diapositive, sul sistema fotografico Hasselblad , ovvero : le origini e lo sviluppo tecnologico di una tra le più influenti ed importanti marche di apparecchiature fotografiche. Vorrei , inoltre, usare come punto di riferimento l’apparecchio Leica , in quanto tra i due apparecchi esistono sia somiglianze interessanti sia interessanti differenze. Leica appare come uno standard di riferimento, per gli utilizzatori di fotocamere 35mm di qualità, così come per il collezionismo fotografico in generale e certamente molti di voi conosceranno la Leica meglio della Hasselblad. La mia presentazione sarà centrata sui primi anni della Società - sino al 1970 , quando era già una industria solidamente affermata. Una delle prime somiglianze della Hasselblad con la Leica è che un singolo individuo ha rivestito un ruolo determinante nell’origine e nello sviluppo della macchina. Victor Hasselblad e Oscar Barnack erano ambedue uomini inventivi e determinati e l’esistenza di ambedue i sistemi fotografici è il frutto di quelle personalità. Sembra effettivamente che molte realizzazioni di successo siano il frutto della abilità e del talento di un singolo, piuttosto che il prodotto di comitati o gruppi di persone. Victor Hasselblad era un membro di una famiglia svedese di commercianti all’ingrosso che importava e distribuiva svariati prodotti - specialmente vestiario e generi di consumo. In particolare, nel 1890, la famiglia Hasselblad acquisì la distribuzione della pellicola Kodak. Questo è l’edificio costruito nel 1877 dal nonno di Victor Hasselblad ed è , attualmente, la sede degli uffici direzionali della fabbrica . La società Hasselblad importò e distribuì con il proprio nome - tra il 1895 ed il 1920 - almeno tre modelli di apparecchi : due formati di apparecchi a lastre ed una campagnola. Queste furono chiamate Hasselblads Svenska Express o Svea Express. Vengono, occasionalmente ritrovate in Svezia o negli USA e sono oggetto di un certo interesse. Non assomigliano di certo a nessuna Hasselblad attuale ! Victor Hasselblad nacque nel 1906 in questa famiglia
di commercianti e, sin da piccolo, fu attratto dalla osservazione
ornitologica e dalla fotografia. Ritornò in Svezia nel 1926 per lavorare nella società paterna e dedicò un tempo considerevole nel coltivare i suoi interessi naturalistici e fotografici , pubblicando svariato materiale collegato alla ornitologia , incluso un libro. Si sposò nel 1933 ma, nel 1937, contrasti con la sua
famiglia lo spinsero a dimettersi ed ad iniziare in proprio All’inizio della seconda guerra mondiale la Svezia si affermò quale potenza neutrale , potentemente armata. Quando la Germania invase la Norvegia , la Svezia difese il proprio spazio aereo abbattendo un certo numero di aerei tedeschi. Da un aereo abbattuto, le forze armate svedesi recuperarono una macchina per fotografie aeree di ricognizione e vollero usare questo apparecchio come base per lo sviluppo di una propria macchina fotografica per ricognizione. Per la produzione di queste apparecchiature, esse presero contatti con alcuni possibili fornitori , tra i quali Victor Hasselblad. La nota risposta di Victor Hasselblad , alla domanda se potesse produrre una macchina uguale , fu : "no, non posso produrne una uguale , ma ne posso fare una migliore". Ad Hasselblad fu affidato l’incarico ed egli fondò la società Ross AB per produrre quelle apparecchiature. Una questione attualmente non ancora chiarita e sulla quale si è molto discusso in passato, riguarda l’identificazione della macchina fotografica per foto aeree che servì da modello alla Ross per la realizzazione della prima macchina prodotta , la HK7. Quale fu esattamente la macchina che le forze armate svedesi fornirono a Victor Hasselblad? Non possiamo esserne assolutamente certi, sebbene le minuziose ricerche condotte da un collezionista americano, Charlie Chernoff, permettano di indicare una probabile candidata. I risultati delle ricerche di Charlie Chernoff indicano quale madre meccanica, od almeno nonna meccanica, della Ross HK7 la "Handkammer HK 12,5 / 7x9". Dal momento che trattavasi di un prodotto bellico , esso non recava alcun nome , solo un codice , in questo caso "GXN". La ovvia ragione della mancanza di nomi risiedeva nella necessità di proteggere da eventuali bombardamenti o sabotaggi la fabbrica produttrice , in questo caso la Fritz Volk di Berlino , nel caso la macchina fosse caduta in mani nemiche. L’obbiettivo installato era uno Schneider Xenon f2 di 12,5 cm di lunghezza focale. Il formato del negativo era 7 x 9 cm. su pellicola perforata da da 80 mm. Questo apparecchio sembra essere l’unico modello speciale di macchina a sostegno manuale usato dalla Luftwaffe, sebbene fossero utilizzati molti altri modelli, di ben maggiori dimensioni, a montaggio fisso , oltre ai modelli di Leica IIIC appositamente preparati per lo scopo. Sembra che dal 1939 circa, ne siano stati prodotti diverse migliaia di pezzi, dato che i numeri di serie riportati arrivano al 5800. Vi è un discreto numero di palesi somiglianze tra la HK 12,5 / 7x9 ed il primo modello prodotto da Victor Hasselblad e sembra quindi probabile che la HK7 sia strettamente derivata da questo modello militare tedesco per fotografie aeree. La sagoma dei due apparecchi, le dimensioni ed il peso , l’uso di pellicola 80 mm ed il formato 7 x 9 , sono decisamente simili. Una differenza notevole è, invece, il fatto che la Ross HK7 aveva ottiche intercambiabili , erano disponibili un Zeiss 13,5 cm , uno Schneider 24cm f4,5 ed un Meyer25cm f5,5. Durante il periodo bellico egli produsse altri tipi di apparecchi per le forze armate svedesi ma sempre pensava ad una macchina per uso civile e non per sole foto a carattere ornitologico ma che potesse anche soddisfare le necessità di un vasto numero di fotografi. Sul finire del conflitto egli previde la futura domanda di beni di consumo e decise che avrebbe indirizzato la sua società verso la produzione della sua macchina "ideale". Nel periodo tra il 1945 ed il 1948 la Ross AB di Victor Hasselblad produsse svariate apparecchiature , un proiettore per diapositive, una testa a sfera per cavalletto , movimenti ad orologeria ed ingranaggi per più grosse società , quali la Saab. Il lavoro svolto nel periodo 1941-1948, ed i risultati così ottenuti, appaiono essere la posa delle fondamenta per la sognata realizzazione di un modello non militare. Durante questo periodo Victor Hasselblad riunì un gruppo di operai e tecnici, specializzati in meccanica di precisione. Molti dei suoi collaboratori erano anche abili strumentisti ed orologiai. Avendo ovviamente adoperato e studiato nei dettagli
alcune delle mezzoformato disponibili sia alla fine degli anni 30 che
immediatamente dopo la seconda guerra mondiale , Victor Hasselblad aveva
una chiara visione dei prodotti dell’industria fotografica e di quelli
che riteneva essere i vantaggi od i difetti dei prodotti in commercio. Quali furono, dunque, le macchine che ispirarono Victor Hasselblad od i suoi disegnatori ? Leica ha chiaramente influito. L’otturatore a
tendina sul piano focale , oramai ben collaudato, e la struttura interna
a guscio/chassis , sono sicuramente state fonti importanti di
ispirazione. Apparecchi quali la Graflex e la Rolleiflex (ambedue usati da Hasselblad) hanno senz’altro influito nel layout generale e nel sistema di mira. Nel reparto sviluppo dello stabilimento , oggetto probabilmente del periodo di ricerche degli anni 40, è ancora presente un esemplare di SLR tedesca anni 20 : la Roll-Paff della Ihagee di Dresda. Apparecchio molto semplice, con ottica fissa, un solo tempo di esposizione e struttura principalmente in legno, ma con un magazzino amovibile formato 120 che assomiglia straordinariamente a quello della Hasselblad , non sembra essere stata una probabile ispiratrice. Se bisogna fare un esame di somiglianze con la Hasselblad , allora apparecchi SLR a rullo anteguerra, quali le Reflex Korelle, Primarflex e Exacta 6x6, sono ovviamente le macchine da esaminare. Altri modelli , meno conosciuti, sono le Beier-Flex Pilot 6 e Pilot Super. La Società di Victor Hasselblad si chiamava Ross AB
, la macchina fu inizialmente chiamata Rossex. ( il sesso gli Svedesi ce
lo infilano sempre -n.d.t.- ). Alcuni di questi ultimi sono esposti nello
stabilimento, a Goteborg. Alcune delle idee per una macchina universale di alta qualità "per civili" derivarono dalle esperienze costruttive di Victor Hasselblad con la Aeronautica Svedese. Alcuni dei modelli militari mostrano dettagli strutturali presenti nella mente di Victor Hasselblad sino dall’inizio : intercambiabilità degli obbiettivi e dei caricatori ed un principio di praticità e di funzionalità. Victor Hasselblad era un fotografo abile ed appassionato e molte delle sue idee derivano sia dalla sua esperienza come fabbricante che come utilizzatore. Il modello originale Hasselblad deve essere
considerato uno dei più innovativi ed importanti della nostra era. L’apparecchio Hasselblad (la designazione 1600F non fu usata sino al 1953, quando venne presentato il modello successivo 1000F) presentava diverse novità importanti. Era la prima macchina ad usare il concetto modulare di un corpo centrale, al quale potessero essere accoppiati diversi obbiettivi ad attacco rapido, portapellicole intercambiabili e differenti mirini. Questo concetto , della macchina a "sistema" , era importante e significativo e non fu applicato che solo 10 anni dopo, dai fabbricanti delle 35 mm SLR. L’idea di utilizzare una impostazione a reflex mono obiettivo fu lungimirante e ben congegnata . In un periodo, gli anni 40, dove dominavano le macchine da reportage a pellicole piane , quelle a specchio ottica fissa di grandi dimensioni , 35 mm a telemetro e reflex biottica, la Hasselblad SLR si presentava come decisamente anticonvenzionale. La scelta di intraprendere questo sentiero tecnologico è evidente , ora, con il dominio delle SLR dagli anni 60 in poi ma, alla metà degli anni 40, la scelta di utilizzare il complesso meccanismo di una reflex mono obiettivo fu decisamente rischiosa. Un’altra novità fu l’utilizzo di una lente di Fresnel per consentire una illuminazione migliore e più uniforme allo schermo di messa a fuoco. Questa idea è attualmente data per scontata nella fabbricazione delle macchine. La Hasselblad fu il primo apparecchio ad usare questa innovazione. Il disegno di base della Hasselblad e la sua forma essenzialmente efficace sono rimasti immutati per più di 50 anni . A prescindere dalla Leica , non esiste altro apparecchio dove i principi del disegno e delle funzioni siano durati così a lungo. Il disegno della meccanica interna dell’ "apparecchio per civili" , basato sulle specifiche tecniche richieste da Victor Hasselblad, fu proposto ai dipendenti della società sotto forma di un concorso interno. Il premio offerto in denaro era l’equivalente di un anno di stipendio. I vincitori furono un gruppo di dipendenti che associarono le loro idee e disegni. Il brevetto svedese della macchina fu intestato al capo di questo gruppo, Percy Svensson, e questo è il disegno brevettuale [26]. Il disegno della carrozzeria rispecchia moltissimo il particolare stile svedese postbellico. Lo stilista fu Sixton Sason , creatore anche della originale carrozzeria della Saab ( Io ne avevo una, il cofano era eguale al copripozzetto Hasselblad, n.d.t.). L’inizio della produzione fu molto lento, probabilmente a seguito dell’insorgere di molti problemi. Nel 1949 furono prodotti solamente 50 corpi e nel 1950 solo circa altri 220 del modello Serie Uno ("quattro cifre"). Emersero molti problemi, particolarmente con l’otturatore e l’avanzamento pellicola e molti di quei corpi furono scartati e riutilizzati per parti di ricambio, usati come apparecchi dimostrativi o convertiti a modelli per l’assemblaggio o la riparazione.
Ciò che sembra essere regolarmente avvenuto negli
anni 50, quando una di quelle prime macchine veniva inviata in fabbrica
per manutenzione o per guasto, veniva aggiornata con un meccanismo
interno migliorato , tipicamente sostituendo anche un nuovo fondello e
numero di serie e rispedita al proprietario. I problemi meccanici non furono una sorpresa,
considerata la complessità della macchina. Questi problemi portarono a
diverse modifiche e migliorie nella seguente partita di produzione , con
un meccanismo dell’otturatore assai differente. Citando un addetto alle riparazioni, una spiegazione
per i problemi sorti con quelle prime "quattro cifre" risiede
nel fatto che il disegno meccanico iniziale fu concepito da un gruppo di
esperti in orologeria. Essendo le sollecitazioni e l’usura meccanica
di un apparecchio fotografico ben differenti da quelle di un orologio,
la struttura originale causò molti problemi che non erano stati
previsti. I fotografi si aspettano un oggetto meccanicamente robusto. Gli apparecchi della Serie Uno assomigliavano,
sfortunatamente, più a dei cronometri , eleganti ma delicati !! I corpi delle 1600F Serie Due iniziarono ad
essere prodotti dall’Ottobre 1950 e all’esterno si riconoscono
facilmente dal bottone di caricamento dell’otturatore che è nero e
che sostituisce quello chiaro, in alluminio non verniciato, della Serie
Uno. Essi hanno , inoltre, un numero di serie
alfa-numerico : un codice di due lettere indicante l’anno di
fabbricazione, seguito da una numerazione consecutiva a cinque cifre
(simile a quello usato dalla Kodak per il suo sistema seriale). La
codifica degli anni deriva dalla sostituzione dei numeri 1234567890 con
le lettere VHPICTURES. Ufficialmente circa 3300 dei corpi della Serie Due
furono prodotti tra il 1950 ed il 1953, ma molti numeri di serie non
furono usati ed un numero ancora maggiore di corpi furono rottamati od
usati per parti. Molti numeri di serie non furono nemmeno utilizzati e
molti altri corpi macchina furono usati in fabbrica per scopi
espositivi, dimostrativi e di addestramento e si stima che meno di 3000
apparecchi vennero commercializzati. Queste diapositive mostrano due
viste della 1600F Serie Due. (??) Le modifiche apportate a queste macchine dimostrarono
di essere un miglioramento importante rispetto alla Serie Uno ma,
tuttavia, ancora molte di esse furono rispedite alla fabbrica per
riparazioni? Il tasso di sopravvivenza ci è al momento sconosciuto ma
molti degli esemplari che vengono oggi ritrovati non sono in buone
condizioni di funzionamento e spesso mostrano problemi di otturazione. L’otturatore era, in quel periodo, alla testa dell’avanguardia
tecnologica. Usava una lamina corrugata di acciaio inossidabile molto
sottile , sedici centesimi di millimetro, al fine di ottenere la
leggerezza e la robustezza richieste da un ampio otturatore su piano
focale. La velocità massima , 1/1600 di secondo, era
notevole per il periodo. La maggior parte degli esemplari di 1600F che sono
sopravvissuti , mostrano una varietà di pieghe nel materiale della
tendina , a riprova del solo parziale successo del disegno e dei
materiali . Esistono almeno due tipi di materiale delle tendine. La maggior parte delle macchine hanno le tendinae di
colore nero ma almeno alcune di esse furono assemblate con tendine di
color argento. Hasselblad ricorse alla Kodak per la fornitura degli
obbiettivi per la sua macchina. Nel 1947, quando era alla ricerca di un fornitore, l’industria
ottica tedesca non era probabilmente in grado di fornire obbiettivi. L’industria
ottica americana era indiscutibilmente la migliore nel mondo, in quel
momento, e non era stata danneggiata da bombardamenti. I due obbiettivi
forniti erano un 80 mm ed un 135 mm . Due altri furono progettati , un 55 ed un 254 , ma
non furono mai prodotti. Nel 1953 fu presentata la 1000F. Il meccanismo interno della 1000F fu progettato come
una sostanziale evoluzione rispetto alla 1600F. La velocità massima di
otturazione fu diminuita da 1/1600 ad un 1/1000 di secondo con l’intenzione
di rendere il meccanismo dell’otturatore più preciso e più
affidabile. Si ritenne che il tempo di 1/1600 era usato raramente e,
considerando la non elevatissima sensibilità delle pellicole di allora,
questo fu probabilmente un ragionamento valido. Una differenza, nel
funzionamento tra la 1000F e la 1600F, consisteva nel fatto che il
bottone delle velocità di otturazione poteva essere mosso in una unica
direzione. Alcuni dei problemi meccanici della 1600F derivavano
dal fatto che il comando originale delle velocità di otturazione poteva
essere ruotato in ambedue le direzioni, il che richiedeva tolleranze
meccaniche molto strette e regolazioni estremamente precise per un
corretto funzionamento della macchina. Modificando questo dettaglio si
rese il meccanismo molto più robusto ed affidabile. La 1000F si rivelò un apparecchio eccellente e
confermò Hasselblad quale fabbricante di apparecchi fotografici di
primo piano. Un test della 1000F fu pubblicato sul numero di
Dicembre 1954 della rivista americana Modern Photography, assieme alla
Supreme Wide Angle appena uscita. L’articolo racconta che i
collaudatori cercarono volutamente di bloccare l’otturatore , senza
successo, e che l’apparecchio della prova venne lasciato cadere per
ben due volte e, "deliberatamente assoggettato al più duro
utilizzo non si ruppe mai né mai si starò" , dopo essere stato
collaudato scattando 500 rulli di pellicola. Tutto ciò sembra difficilmente paragonabile ad un
test odierno, potete immaginare una rivista fotografica attuale che
testi una Nikon F5 od una Leica M6 , scagliandole al suolo ?? Victor Hasselblad partecipò, per la prima volta in
qualità di fabbricante, alla Photokina del 1954. Il suo scopo
principale era di pubblicizzare il nuovo modello 1000F e presentare la
nuova Supreme Wide Angle che montava l’incredibile 38mm Biogon
disegnato dal Dott. Bertele della Zeiss. Lo schema ottico adoperato era quello di un vero
grandangolo, piuttosto che un disegno retrofocus. A causa di questo
schema, la distanza tra l’elemento posteriore ed il piano pellicola
era troppo ridotta per poter usare l’obbiettivo come un
intercambiabile da montarsi sulla 1000F . Fu pertanto progettato un
corpo macchina di ridotto spessore, con un mirino ottico separato, al
quale potessero essere abbinati i dorsi standard Hasselblad e che
potesse utilizzare molti degli accessori disponibili. La SWA e ancor
oggi prodotta , solo leggermente modificata, come 903 SWC. Quest’ultimo apparecchio fu prodotto dal 1954 al
1957. Le macchine dei primi due anni (1954-1955) con il nome Supreme
Wide Angle e quelle prodotte nel periodo 1956-1957 con il nome Super
Wide. Il 1957 rappresentò un giro di boa per la Hasselblad
AB. Fu presa la decisione di passare da un sistema basato
su di un otturatore sul piano focale ad un sistema nel quale gli
obiettivi contenessero ciascuno un otturatore a lamelle centrali. Questo tipo di decisione tecnica può essere
paragonato, come rilevanza di scelta, alla messa in produzione da parte
della Leitz, del modello Leica M3. Una scelta di base, nella filosofia di produzione,
che pose la Società Hasselblad ai vertici del formato medio, così come
fece, nel 1954, il modello M3 per il mercato delle 35mm a telemetro. La 500C , con la sua possibilità di sincro rapido ,
fu un immediato successo , anche perché i flashes elettronici stavano
oramai velocemente sostituendo quelli a lampadine. Per la Hasselblad AB , la produzione di fotocamere
iniziò a produrre utili solamente nel 1960. Sino a quel momento la
Società si era retta grazie alla attività di rivendita fotografica e
di rappresentanza Kodak. Nel 1965 Fu presentata la 500 EL . Questo era un
modello motorizzato, sviluppato soprattutto sotto la spinta della
agenzia spaziale americana NASA , la quale aveva sino ad allora usato il
modello 500C quale principale apparecchio fotografico a riarmo manuale. Il sistema Hasselblad si era già guadagnato una
invidiabile reputazione, tra gli anni 50 e 60, presso i fotografi
professionisti, ma ciò che ha conferito alla Hasselblad un patrimonio
inestimabile di prestigio e di notorietà è stato , indubbiamente , la
sua scelta ed il suo conseguente impiego, come apparecchio di base nel
programma spaziale statunitense. L’utilizzo della Hasselblad iniziò quando l’astronauta
ed appassionato fotografo dilettante Walter Schirra , il quale era
rimasto alquanto sfavorevolmente impressionato dalle fotografie scattate
nelle prime sortite spaziali, acquistò una Hasselblad presso un negozio
in Houston, nel 1962, e la fece modificare dai tecnici della NASA . Le immagini ottenute nello spazio con quell’apparecchio
, furono così superiori alle precedenti da far sì che la NASA
adoperasse le Hasselblads in tutte le successive missioni. Alla fine
degli anni 60, venne concluso con la fabbrica svedese un primo contratto
di fornitura per un apparecchio specialmente modificato e fu
quindi una Hasselblad che fu scelta come unico apparecchio fotografico
atto a documentare il primo arrivo umano sulla superficie della Luna. Le fotografie che derivarono dal programma NASA ,
scattate da fotocamere Hasselblad,sono tra le più emozionanti
fotografie nella storia di tutto il genere umano. Nel 1975 Victor
Hasselblad cedette la Hasselblad AB alla Säfvenöns AB. Con i proventi
della vendita egli fondò la Fondazione Hasselblad, la quale incoraggia
e finanzia progetti fotografici. Nel 1977 fu introdotto il modello 2000FC apparecchio
con otturatore sul piano focale, l’ultimo sviluppo importante nel
quale fu ineressato Hasselblad. Questo fu un ritorno all’otturatore
sul piano focale . Victor Hasselblad scomparve nel 1978. La Società passò attraverso un certo numero di
proprietari. Al momento è posseduta da un istituto bancario svizzero e
da un gruppo di dirigenti del precedente management. Lo stabilimento è situato nell’area portuale del
centro di Goteborg, sul fronte del porto , dove risiede da circa 60
anni. Lo stabilimento è un affascinate mistura di alta tecnologia e di
abilità artigianale. Vi sono reparti che producono componenti metallici
ed elettrici con standard produttivi a livello altissimo, ma , anche,
tecnici ed operai altamente addestrati che assemblano e rifiniscono gli
apparecchi a mano, controllandone sia il funzionamento che l’aspetto
estetico, attraverso una osservazione individuale ed una manualità
estremamente allenata ad assicurare che ogni apparecchio lasci lo
stabilimento nelle condizioni più vicine possibili alla perfezione. La qualità è un aspetto estremamente importante nel
processo produttivo, circa il 12 % degli addetti ed i 20 % delle
funzioni di fabbrica sono devolute al controllo del livello qualitativo
del prodotto finito. La Società dedica importanti risorse alla ricerca ed
allo sviluppo e circa il 30% delle risorse produttive sono concentrate
in questi settori per garantire alla Società la propria quota di
mercato. Riassumendo : la Hasselblad è una piccola Società
che ha una reputazione ed una importanza molto maggiore di quanto ci si
possa aspettare, vista la sua dimensione. Una delle riflessioni che ragionevolmente ne
conseguono, è che il sistema costruttivo e l’apparecchio stesso hanno
un loro valore intrinseco tale che i fotografi non smettono di usarlo e
di acquistarlo. Ecco, ancora, un paragone diretto con la Leica. Perché ?? Vi è un certo numero di fattori da considerare. Il primo è l’indiscutibile ampiezza del sistema.
Attraverso gli anni molti e sofisticati sono stati gli accessori
prodotti, per quasi ogni applicazione specialistica e per risolvere
quasi ogni problema applicativo. Una seconda realtà è quella che io definisco la
base filosofica della Società. Questo è un altro aspetto che sembra poter essere
diviso con la Leica. Altri produttori hanno, apparentemente, priorità
differenti. I fotografi che apprezzano valori di qualità e di
semplice eleganza sono indubbiamente ancora attratti da questo sistema. Rick Nordin
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